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Diario di Bordo

  • taiview
  • 6 gen 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte... Ma le rotte per la Cina se le scorda proprio tutte! Le festività sono belle che finite ed a toglierci l'amaro di bocca ci pensa la Befana, un modo dolce per rimettersi in carreggiata. Qui le feste nuove, ovvero quelle di carattere occidentale son finite con il nuovo anno senza il dessert anche perché manca veramente poco alla vera festa ovvero la Festa di Primavera (il capodanno cinese).La Cina ha questo lato romantico di scrivere la propria storia perché identifica il proprio tempo nelle fasi della luna e del sole, adottando un calendario lunisolare già dal 2637 a.C. (Quindi è come se stessero aspettando l'anno 4651). I mesi iniziano a ogni novilunio. Il Capodanno corrisponde al secondo novilunio dopo il solstizio d'inverno: la data varia quindi ogni anno ed è compresa tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del nostro calendario. Le celebrazioni durano ben due settimane, e si concludono con la Festa delle Lanterne. Un anno nuovo che vede andar via il serpente per dare spazio al cavallo. Una festa sentita in tutto il paese che vede creare uno scompiglio inimmaginabile nel settore trasporti. Tutti vogliono tornare a casa per stare in famiglia costi quel che costi, comprare un biglietto per l'autobus, il treno o l'aereo diventa un lavoro serio, sembra la finale di Champions bagarini ovunque. Ma il caos è solo un'altra forma d'ordine che in questo caso identifica un'attaccamento collettivo alle tradizioni, alla famiglia, alla Cina in particolare. In tutti questi anni mi sono sempre interrogato su quale realmente fosse la forza di questo paese, canalizzando il mio interesse sul governo, ma sono sempre più convinto che la vera forza risiede nelle contraddizioni del popolo e non nel singolo individuo. Dico contraddizioni perché nel quotidiano il singolo cittadino medio ha un comportamento molto individuale dovuto forse alle pressioni sociali, ma nel momento in cui si verificano avvenimenti che richiedono un coinvolgimento collettivo sembra sempre che l'intero popolo sia collegato a livello empatico. Un comportamento che sembra albergare in ogni generazioni, ma c'è sempre la paura che questa corsa al consumismo possa mutare il tutto in un individualismo cronico.Grazie per l'attenzione.Capasso FabioP.S. Se ti piace Tai condividi la pagina con i tuoi amici.

 
 
 

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