L'Iraq nelle mani dell'ISIS
- taiview
- 20 giu 2014
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Ieri la più grande raffineria di petrolio irachena è caduta nelle mani degli estremisti islamici dopo una battaglia in cui gli elicotteri dell'esercito non sono riusciti a respingere l'attacco. L'impianto si trova 130 miglia a nord di Baghdad (Nyt). Le compagnie petrolifere presenti in Iraq hanno cominciato ieri a evacuare il personale. Perché il petrolio. La conquista fa parte di un business model che rende economicamente indipendente lo Stato islamico. Tutto documentato in “al Naba”, un report in stile aziendale (Foglio). Che fare. Obama starebbe pensando a bombardamenti mirati con i droni sui militari sunniti, scrive il New York Times. E intanto Washington chiede che il Primo ministro al-Maliki se ne vada (Wsj). Gola profonda. C'è qualcuno che sta svelando i piani segreti dell'Isis su Twitter, racconta il Daily Beast. Incubo terrorismo. Con l'avanzata dell'Isis in Iraq torna la paura di attacchi terroristici in occidente. Secondo il premier britannico Cameron lo Stato islamico starebbe preparando attentati in Gran Bretagna. Per questo, dice, bisogna intervenire e aiutare il governo (Guardian). E l'Italia? Rispetto alle crisi internazionali il nostro paese vorrebbe porsi come forza dialogante e di aiuto. Anche per questo, ha deciso ieri il Consiglio supremo di Difesa, "per una riforma delle forze armate utile al Paese, resta centrale il problema delle risorse che, pur nella ricerca di ogni possibile efficienza ed economicità, non dovranno comunque scendere al di sotto di livelli minimi invalicabili". Tradotto: va bene risparmiare un po' sugli F-35, ma non esageriamo, dato che il mondo è pieno di guerre (Repubblica).







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