In Cina la prima conferenza mondiale su internet
- taiview
- 20 nov 2014
- Tempo di lettura: 2 min
Si è aperta a Wuzhen la Conferenza Mondiale di Internet, alla quale partecipano giganti cinesi come Alibaba e Tencent e i Ceo delle grandi aziende tech occidentali come Linkedin e Softbank. Siti occidentali proibiti nel Paese sono accessibili ai partecipanti, ma è polemica sulle denunce di nuovi provvedimenti di censura

La censura sembra essere stata sospesa nell'area che ospita la conferenza, dove sono disponibili anche i siti web vietati agli utenti cinesi come Google, Facebook, Twitter e Youtube. Ma la prima Conferenza mondiale su Internet di Wuzhen, che si concluderà il 21 novembre, è nata in mezzo alle polemiche. Mentre si aprivano i lavori, un alto esponente del governo, il vicepremier Ma Kai, ha fatto una dichiarazione che ha messo subito le cose in chiaro, affermando che Pechino intende rafforzare il suo controllo sulla rete. "Il governo cinese rafforzerà la gestione di internet nel quadro della legge", ha detto Ma, dando così immediatamente l'impronta alla Conferenza mondiale di internet, promossa proprio dal governo cinese. Al meeting sono presenti tutti i principali dirigenti delle società internet della Cina e anche alcuni rappresentanti delle principali tech companies esteri. Denunce di censura Provvedimenti della censura cinese vengono mentre nel Paese in contemporanea con la Conferenza mondiale di internet. Le autorità della Cina hanno oscurato alcuni siti internet, bloccando i server di EdgeCast, una compagnia che fornisce servizi che aumentano le velocità di connessione. Il gruppo attivista online Greatfire.org, che permette agli utenti cinesi di usare siti oscurati dalla censura e usa EdgeCast, afferma di essere l'obiettivo delle azioni di Pechino. Fra i clienti di EdgeCast, affiliata del colosso americano Verizon, ci sono anche la fondazione per l'open source Mozilla, la rivista online The Atlantic e il sistema di gestione dei contenuti Drupal. Blogger uiguro in carcere Verizon Communication Edgecast aveva già svelato che il suo sito è inaccessibile dalla Cina, mentre William Nee, ricercatore di Amnesty International per la Cina, ha ricordato i dissidenti arrestati per aver espresso le loro opinioni su Internet. Ed ha citato il caso di Ilham Tohti, intellettuale uighuro condannato all'ergastolo a settembre a causa di alcuni articoli che aveva diffuso sul suo blog. "Chiediamo a chi parteciperà alla conferenza di esprimersi a favore della libertà d' espressione e di denunciare il vergognoso comportamento del governo cinese", ha chiesto William Nee in un comunicato.
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